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27/11/2013
I GIOVANI E LA FORMAZIONE

La formazione potrebbe essere definita l’ancora di salvezza dei giovani d’oggi. Essa viene definita come “l’insieme delle ipotesi, di metodi, di processi operativi che individuano, allestiscono, mantengono , concorrono a creare le condizioni che facilitano l’apprendimento affrontando le difficoltà ad esso necessariamente connesse” (Olivetti Manoukian F., Incontro di studio sul tema “formazione formatori”, Roma 1-2 ottobre 2007).
Interpretando e parafrasando queste poche righe possiamo già capire per quale motivo è importante, soprattutto in questo periodo impegnarsi e seguire dei corsi di formazione.
La formazione racchiude in se una serie di processi che portano la persona in questione ad un cambiamento attraverso l’acquisizione di nuove conoscenze tramite lo sviluppo e la crescita personale.
Portare avanti una qualsiasi attività con l’aiuto di personale qualificato rappresenta sicuramente un punto in più sui competitors. Tenersi aggiornati o cercare di ampliare le proprie conoscenze non è quindi una perdita di tempo ma è un’opportunità per accrescere la propria professionalità perché è solo tenendosi aggiornati e al passo con le ultime novità che si può mantenere un alto standard per il cliente.
Un buon corso di formazione porterà a chi lo frequenta una sensazione gratificante di base affiancata ovviamente da un processo di cambiamento e crescita.
Riprendendo la frase d’apertura di questa relazione possiamo dire che in un periodo economicamente difficile ed incerto soprattutto per i giovani, la formazione rappresenta quella carta in più che, se si è in cerca di lavoro o di successo professionale, si può giocare in caso di bisogno.
La formazione aiuta ad arrivare in fondo a quella scala irta e piena di ostacoli che si pone davanti ad un qualsiasi ragazzo alle prime armi nel mondo del lavoro. Di fronte a questa scala si può decidere di salirla tutta di un fiato o di prendersi una pausa per riprendere il respiro; in entrambi i casi sarà necessaria una preparazione per affrontare il percorso che si ha davanti al meglio, perché un’attività professionale prevedrà come in un puzzle molteplici incastri di risorse, abilità, competenze, ruoli ed obiettivi la cui corretta composizione sarà compito dello stesso lavoratore. Ovviamente si può contare solo su se stessi nel momento in cui sarà necessario compiere questo passo.
Partiamo ora dal primo passo, quello che tutti temono, il motore che accende il processo di formazione, la scelta.
La possibilità di scegliere è uno dei più grandi privilegi dell’uomo che differentemente dall’animale nel momento in cui deve prendere una decisione non segue solamente l’istinto. Tendenzialmente un giovane appena terminati gli studi si trova di fronte a scelte molto difficili che influenzeranno il resto della sua vita; è quindi importante che sappia come affrontarle e che abbia qualcuno che lo aiuti in questo percorso, che lo stimoli a porsi domande e trovare delle risposte dentro di se.
Corsi specifici di formazione servono proprio a questo, perché una persona appena uscita dalla scuola non può sapere tutto sul mondo del lavoro, è possibile che abbia le idee chiare su cosa “fare da grande” ma non è detto che sappia il perché e il come di una determinata scelta, ne è detto che abbia una preparazione pratica adatta.
La conoscenza è quell’arma in più che un giovane deve sfruttare per farsi avanti nel mondo del lavoro, questa forza si acquisisce avendo una completa consapevolezza delle proprie scelte. È ovviamente impossibile sapere in anticipo se una decisione sarà quella giusta o sbagliata, è però importante conoscere le ragioni della propria scelta, saperla motivare e spiegare, questo mi aiuterà a non pentirmene in futuro, perché saprò per quale motivo ho preso una decisione e anche se sarà quella sbagliata l’avrò presa consapevolmente.
Acquisendo una conoscenza specifica attraverso un corso di formazione si intraprende un percorso dentro se stessi e un cambiamento verso una cultura della qualità. Questo vuol dire che comincio a percepire me stesso come uno “strumento di valore” che deve essere apprezzato per le sue doti. Attraverso la fiducia in se stessi si cresce arrivando passo dopo passo ad avere una formazione sempre più completa.
Per fare questo è necessario rallentare dalla frenesia della vita di tutti i giorni; in un periodo storico dove tutti corrono è necessario fermarsi un attimo e pensare a come riorganizzarsi al meglio a come sfruttare le opportunità e investire su se stessi per dare sempre il massimo. Perché questo avvenga è necessario, come abbiamo detto precedentemente, fare delle scelte ma queste scelte devono essere coerenti con gli obiettivi che si vogliono raggiungere perché non esiste una strategia efficace senza un chiaro obiettivo. Se io voglio migliorare devo avere chiari quali sono i miei obiettivi se non ho una rotta ben precisa da seguire è come se mi trovassi a leggere la cartina stradale al contrario, i mie sforzi sarebbero quindi del tutto inutili.
È sicuramente capitato a tutti di avere dei famosi “periodi no” quei momenti in cui vediamo qualsiasi cosa sotto una luce negativa, spesso anche noi stessi, sviluppando cosi un’insoddisfazione di fondo che si riflette sulla quotidianità. Se in una persona prevalgono potenzialità negative o inespresse questa si sentirà insoddisfatta, e sicuramente non vorrà puntare su nuovi traguardi come potrebbe essere affrontare un corso di formazione; tuttavia dovrebbe sfruttare l’occasione che gli si pone davanti e cercare di cambiare un piccolo tassello di quella vita che al momento vede insoddisfacente. Un cambio di prospettiva è sicuramente quella piccola variabile che potrebbe far vedere le cose finalmente in modo diverso lasciando trapelare un filo di fiducia in se stessi.
Il fattore fiducia in se stessi rappresenta una variabile cruciale soprattutto tra i giovani che spesso terminati gli studi si sentono sopraffatti dalle aspettative dei parenti e dalle responsabilità che derivano dall’ingresso nella vita adulta. Avere la possibilità di continuare la formazione e allo stesso tempo riuscire ad inserirsi gradualmente nel mondo del lavoro è una grande opportunità che qualora se ne sentisse la necessità dovrebbe essere presa al volo.
Questo discorso è valido anche per chi è già entrato nel mondo del lavoro ma sente di non avere una formazione del tutto completa o pensa che potrebbe dare il meglio di se in un altro settore rispetto quello intrapreso fino ad ora.
Un fattore fin ora trascurato, ma sicuramente di fondamentale importanza nel momento in cui si decide di fare una determinata scelta è il coraggio. La cosa che nei periodi di crisi o in generale nei momenti di passaggio della nostra vita ci fa più paura è l’incertezza che si genera dal momento in cui cominciamo a perdere dei punti di riferimento. Tutti noi abbiamo bisogno di un punto di riferimento o un obiettivo a cui aspirare, ma nel momento in cui siamo preda dell’incertezza tutta la nostra motivazione magicamente sparisce. Una cosa è certa, l’incertezza genera nuovi talenti, in pratica, fa attivare in noi quella capacità d’adattamento che per anni è rimasta addormentata; questo vuol dire che nel momento in cui mi trovo in difficoltà non solo mi lamento ma cerco anche di agire, sperimentando soluzioni che mi possano “ri-mettere sul mercato”. In questo caso seguire un corso di formazione potrebbe sbloccare la mia staticità offrendomi nuove prospettive e nuovi orizzonti che fino a quel momento non avevo preso in considerazione.
Fare formazione significa imparare a rielaborare la propria esperienza, a concepire nuove idee, a collegare meglio i concetti, emozioni, atteggiamenti riguardanti le cose importanti e critiche del proprio lavoro. Significa anche facilitare l'acquisizione di strumenti e metodi per essere più efficaci nel proprio lavoro, riflettere sull'esperienza vissuta, apprendere da questa nuove risorse per dare nuovi significati e indirizzarla verso obiettivi e bisogni mobilitando nuove energie e nuovo spirito di ricerca.
Decidere di fare dei corsi di formazione non è una decisione che va presa con leggerezza come abbiamo ripetuto più volte è difficile fare delle scelte che portano un cambiamento sostanziale nella nostra vita e ci vuole coraggio. È quindi necessario esplorare bene il campo, analizzare bisogni, necessità, raccogliere informazioni su noi stessi e su quello che ci circonda.
L’altra parola chiave del processo che porta un individuo a scegliere di intraprendere un percorso di formazione e che racchiude altre motivazioni di cui abbiamo parlato fin ora è l’aggiornamento. Che genere di persone saremmo se rimanessimo costantemente ancorati alle nostre conoscenze, sia quelle conseguenti gli studi che quelle date dall’esperienza? Come precedentemente sottolineato in un momento storico come questo avremmo ben poche possibilità di crescita.
Facciamo l’esempio del mondo informatico al quale moltissimi giovani sono profondamente legati. In questo contesto la tecnologia stabilisce che ciò che possediamo oggi, già tra un mese diventa obsoleto e sorpassato. Il ruolo della formazione, dell’addestramento professionale, del concreto mettersi in gioco per prevedere una rielaborazione delle informazioni già in possesso, è responsabilità di chi vuole l’eccellenza nella propria area professionale. I giovani hanno inoltre un enorme vantaggio, quello di rappresentare innovazione solo per il semplice fatto d’essere giovani, per quale motivo non dovrebbero quindi sfruttare questo loro vantaggio naturale per incrementare ancora di più la loro “appetibilità” attraverso delle conoscenze specifiche agli occhi di un esterno che dovrebbe assumerlo o di un cliente che si dovrebbe affidare a lui?
Per concludere quanto detto fin ora è opportuno citare il più grande vantaggio che un corso di formazione può dare: la gratificazione. La gratificazione è quella forza interna che ci spinge a fare sacrifici, sforzi, a spendere del denaro, a investire del tempo nella formazione. Quale potrebbe essere il miglior regalo per noi stessi se non il nostro benessere interno, dato da un mix di splendide emozioni quali gioia, serenità, soddisfazione, orgoglio, fiducia e molto altro; la gratificazione è tutto questo, è un complimento verso noi stessi, un riconoscere verbalmente le capacità o i risultati raggiunti. La gratificazione è una “pillola di zucchero” che può innescare un meccanismo di soddisfazione che influenzerà la nostra vita privata e lavorativa. Sapere che ho portato a termine con successo un corso di formazione durante il quale mi sono messo alla prova e ho investito in me stesso recherà un giovamento più o meno prolungato alla mia vita che a sua volta avrà effetti positivi su chi mi circonda, colleghi, familiari e datori di lavoro.


Prof. Alessandro Magnanensi e Dott.ssa Federica Luciani